Il cimitero moderno: un profilo storico per l’Italia
Piero Pasini
Abstract
Il dibattito sette-ottocentesco sui cimiteri non deve prescindere dalla riflessione architettonica ed ingegneristica.
La codificazione dei modelli delle nuove necropoli è alternativamente fine e strumento della presa in gestione dell’ultimo passaggio da parte delle amministrazioni laiche ed è alla base dello svilupparsi di un culto delle tombe e dei morti e di nuove forme e modi del ricordo.
Progetti e realizzazioni testimoniano la necessità di una sistemazione formale delle aree cimiteriali e le impellenze di “smaltimento” dei cadaveri, la definizione di spazi distinti, pantheon, monumenti. Un fenomeno questo che non prescinde dal dialogo con le confessioni e le consuetudini. Attraverso lo studio dei progetti e delle riflessioni degli architetti è possibile iniziare a descrivere l’evolversi sotto l’aspetto architettonico del culto civile dei morti.
Tradizionalmente si indica l’Editto di Saint Cloud del 1804 come il provvedimento che d’improvviso sfratta le sepolture dai centri cittadini ed inventa il recinto chiuso e la tomba individuale. In realtà il decreto napoleonico si inserisce in una situazione di fatto eterogenea, intervenendo a normare quanto fino ad allora non godeva di una regolamentazione unica. In effetti in contemporanea alla sussistenza di sepolture tradizionali, in chiesa o nei pressi delle chiese, nei centri cittadini, in totale promiscuità coi vivi, esistevano in Europa, a partire dalla metà del XVIII secolo, sistemazioni cimiteriali molto più evolute, persino avveniristiche. Inoltre non si deve pensare che una volta emesso l’editto, la situazione si sia omogeneizzata in tutte le province dell’impero napoleonico, rallentata com’era dai rivolgimenti politici, dalle difficoltà economiche e soprattutto da fattori culturali. In Italia la discussione sulle sepolture e l’elaborazione di sistemazioni cimiteriali innovative era stata assai precoce, settecentesca, ma nel periodo successivo quest’evoluzione avrà andamenti altalenanti, costretta al dialogo e al compromesso continuo con le varie consuetudini locali, le legislazioni statali in vigore nella Penisola e soprattutto con la Chiesa, al contempo però capace di invenzioni e sperimentazioni a volte tali da porsi come casi limite e modelli per le elaborazioni successive.
La seconda metà del Settecento vede l’infiammarsi del dibattito su cadaveri e sepolture….
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