Casa funeraria casa del commiato funeral home architettura cimiteriale
Architettura dell’addio. Progetto di una casa funeraria per la città di Bologna
Nicola Rivelli
Abstract
Il tema architettonico della casa funeraria in Italia è piuttosto recente: il primo edificio è stato realizzato a Milano nel 2006. La novità della materia e la mancanza di una tradizione tipologica hanno favorito nei successivi dieci anni la costruzione di edifici dall’incerto programma funzionale e compositivo.
Ancora oggi si è ben lontani dalla definizione di una tipologia architettonica precisa, ma si è sempre più consapevoli che l’attenzione progettuale debba focalizzarsi su alcuni elementi principali quali i percorsi e gli spazi di soglia, che permettono l’avvicinamento graduale del dolente verso la meta dell’ultimo saluto. Con il progetto di recupero in casa funeraria della Chiesa di Sant’Apollinare in Ronco, presso Bologna, si intende proporre una architettura per il commiato capace di sottolineare l’aspetto universale del momento dell’ultimo saluto attraverso precise scelte progettuali.
Un compito, questo, non da poco, dato che non esistono modelli precostituiti sul tema, ossia non risulta presente nella storia e nella tradizione italiana una tipologia edilizia ben precisa a cui appigliarsi.
Che cos’è una casa funeraria? Una possibile definizione potrebbe essere quella che la descrive come un luogo atto ad accogliere la salma, prima che venga sepolta o cremata, affinché possa essere garantito il rito dell’ultimo saluto (del commiato) da parte dei dolenti. Si tratta, dunque, di architetture deputate ad accogliere al loro interno tutti gli adempimenti direttamente connessi a un decesso, dal momento in cui si è verificata la scomparsa dell’individuo, al momento in cui il defunto parte per la destinazione finale, sia essa rappresentata da un cimitero o da un forno crematorio. …
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